NON IO, DONDOLO, PAROLE E MUSICA
di Samuel Beckett
con Margherita Smedile (voce)
Marco Spadaro (chitarra elettrica, kalimba)
Alfredo Restuccia (sassofoni, pianoforte, surdo)
video art Alessandro Turchi
audio e luci Stefano Barbagallo musiche Spadaro, Restuccia, Smedile si ringrazia Turi Night




Note

Perché Samuel Beckett è in grado di parlare all’intimo di noi uomini di oggi con tale forza di verità, nel paradosso della dissociazione dei nessi del logos? Forse, perché la non-significanza del reale, che il suo teatro seppe cogliere dopo la “morte di Dio”, rappresenta con ancor più forza il vuoto nichilistico in cui è precipitato il mondo contemporaneo, almeno in Occidente.
Non-significanza, proprio nel senso di frantumazione logico-associativa, e perfetta consonanza con una contemporaneità alla ricerca di un sé naufragato nei flutti del non-essere, che ritroviamo non solo in Aspettando Godot, in “Finale di partita”, in “Giorni felici”, ma nell’intera produzione artistica di Beckett, costellata da piccoli grandi capolavori che le opere maggiori rischiano di offuscare.
Tra questi piccoli grandi capolavori, ho scelto Non io, Dondolo, Parole e musica.
Da circa 20 anni il testo di Non io mi aveva colpito il cuore, immaginando di interpretarlo in mille modi. Cosa succede ad un essere, sopravvissuto nel dolore della solitudine, la cui bocca comincia a parlare dopo settant’anni di silenzio? Straordinarietà drammaturgica! Profluvio di parole che non approda a risoluzione, se non seguendo l’impulso di un’urgenza espressiva irrefrenabile.
Profluvio di parole che, finalmente, trova sbocco nel cuore della vita già vissuta. E osserva e racconta, ma come un bambino.
In Dondolo Beckett non è solo grande drammaturgo, bensì anche poeta: parole in versi che “cantano” una filastrocca che scandisce il passare del tempo al ritmo di una sedia a dondolo il cui oscillare consuma dolcemente la vita di una vecchia signora. Signora che, anch’essa come bambina, si assopisce addolcita dai versi che le fanno da ninnananna.
Ho immaginato che il “canto” della filastrocca potesse trovare nella musica un idoneo accordo espressivo.
Parole e musica è un dialogo vivo, brillante, conflittuale/costruttivo tra le Parole e la Musica.
Sollecitati dal terzo personaggio, Croack (Beckett?), in Parole e Musica siamo stati incoraggiati a eseguire insieme canzoni su temi fondamentali quali l’accidia, l’amore, la vecchiezza, sperimentando la difficoltà della ricerca di un’armonia.

Margherita Smedile


Tournée

30 APRILE 2022 | MESSINA | MAGAZZINI DEL SALE


Galleria

Rassegna stampa
Tosi Siragusa, Tempostretto

[…] una densa prima assoluta, una nuova mirabile produzione “Nutrimenti Terrestri”, in unica replica, nel segno all’indiscusso drammaturgo irlandese Samuel Beckett […] Le consone musiche degli stessi Maestri Spadaro, Restuccia e della grande interprete Margherita Smedile, in uno alla video art di Alessandro Turchi (che nei primi due atti dà valida e evocativa significanza al testo) e al disegno di luci (e l’audio) di Stefano Barbagallo, si sono fusi alla perfezione, impreziosendo ancor più la drammatizzazione sublime, perturbante e sofferta di una artista d’eccezione che, una volta ancora, ha reso contributo determinante nella messa a punto di una performance d’eccellenza. […]


Giusi Arimatea, Infomessina

[…] È una Margherita Smedile in forma smagliante a ricreare l’incanto delle parole contenute nei testi del drammaturgo di Dublino, rimestando sapientemente umano e disumano, per tutto il tempo attestandosi su quel non luogo cui aspira il teatro che elude il realismo e si concentra sulla condizione esistenziale dei personaggi. La voce e il corpo della Smedile, ai quali l’ingerenza spaziale del leggio certo non impedisce di saturare il palcoscenico dei Magazzini del Sale, sono inoltre scortati dalle splendide musiche di Marco Spadaro e Alfredo Restuccia.[…] l’impianto multimediale (video art di Alessandro Turchi), lungi dall’essere una mera sperimentazione scenica, si coordina efficacemente con la performance di Margherita Smedile, abito scuro e dal taglio maschile. […] È una “situazione” da allestire con grande cura e a ciò provvede Stefano Barbagallo (audio e luci), provvedono le musiche, provvede una Margherita Smedile che non è più Bocca, ma rimane al servizio delle parole e queste scandiscono il tempo. […] 

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