di Frederich Schiller | regia di Carlo Fineschi
con Chiara della Rossa | Sara Allegrucci | Chiara Ricci | Adelmo Togliani | Matteo Bolognese | Alessandro Musto | Edoardo Ciufoletti | Camillo Ventola | Davide Bardi | Carlo Fineschi | Luca Molinari | Costumista Emiliano Sicuro | Costumi Labcostume

una produzione Compagnia L’Albatro in collaborazione con Nutrimenti Terrestri e con il contributo di NUOVO IMAIE


Sinossi

Maria Stuart, figlia di Giacomo V Stuart e di Maria di Guisa e nipote di Enrico VIII d’Inghilterra, resta orfana ancor bambina e allevata in Francia, vi sposò il Delfino che stava per salire al trono sotto il nome di Francesco II. Vedova dopo due anni, Maria tornò in Scozia e sposò nel 1656 il cugino Lord Darnley. Costui, dopo averle fatto uccidere l’amante Davide Rizzo, fu a sua volta ucciso in una congiura ordita dal nuovo favorito di Maria, il nobile scozzese Bothwell, alla quale sembra non fosse estranea la regina stessa.

Incapace di sottrarsi alla catena di intrighi e fatti di sangue, Maria sposò poco dopo l’assassino del marito, e s’inimicò del tutto i nobili scozzesi, molti dei quali già le erano ostili per il suo cattolicesimo. Stretta tra opposte fazioni in lotta, Maria si vide costretta a cercar rifugio alla corte della regina Elisabetta D’Inghilterra, ma costei,

anziché offrirle protezione, la tenne prigioniera diciotto anni sotto l’accusa di pretendere al regno e di fomentare il desiderio di ribellione dei cattolici inglesi contro la regina anglicana. Sottoposta a processo per alto tradimento, fu decapitata nel 1587.

Maria Stuart di Frederich Schiller

Johann Christoph Friedrich von Schiller (Marbach am Neckar, 10 novembre 1759 –

Weimar, 9 maggio 1805) è stato un poeta, filosofo, drammaturgo e storico tedesco.

Maria Stuart composta nel 1800, dove Shiller si discosta dalla verità storica, preme che il contrasto non sia solo tra due regine, ma anche e soprattutto tra due donne. La tragedia riguarda gli ultimi tre giorni di prigionia della Stuart prima della sua esecuzione. Il dramma ruota intorno alla fondamentale antitesi amore – politica: da un lato il mondo di Maria, che è amore bellezza moralità e morte, dall’altro il mondo di Elisabetta, che è politica necessità, ipocrisia e trionfo apparente.

Note di regia

Una regina sottoposta a giudizio? No una donna sottoposta al giudizio degli uomini. Anche se apparentemente sarà Elisabetta ad ordinare la condanna, nel dramma di Schiller è evidente come sia il giudizio degli uomini di corte a decretare la fine di Maria. Ma su cosa si basa la condanna? Sulla paura, la paura della femminilità. La cosa che più è sempre stata repressa storicamente. Il pregiudizio per cui una donna debba nascondere la propria femminilità, il proprio istinto e castrare la propria libertà per accondiscendere ad un pensiero maschile, che ha influito totalmente sul pensiero generale. Anche se parliamo di una storia ambientata alla fine del 1500, purtroppo questo modo di pensare continua ad esistere ancor oggi.

Nel dramma ci sono due donne a confronto, due regine in un mondo però in cui sono ancora gli uomini che la fanno da padroni. Maria è in carcere, le è stato tolto il trono. Maria è una donna che voleva essere una donna anche se regina, non vuole nascondersi, non vuole far finta di essere un uomo ed obbedire a regole che non le appartengono, vuole essere solo se stessa. Questo fa tremare gli uomini di corte, la ritengono malefica, pericolosa. Lei mette in evidenza la loro debolezza, non sanno come confrontarsi. L’unico modo è eliminarla.

Elisabetta invece ha accettato di nascondere la sua femminilità per poter governare come un uomo. Maria però risveglia in lei il suo istinto. La presenza della regina in carcere la mette a disagio. Forse vorrebbe essere come lei, libera anche se chiusa in

una cella, è molto più libera di lei. C’ è una sorta di ammirazione da parte di Elisabetta nei confronti di Maria, ma anche di invidia e gelosia. Elisabetta può decidere di salvarla anche se il giudizio del tribunale ha già emesso la condanna. Lei è la regina e può graziarla. Sa che Maria non ha colpe. Maria è solo una donna fiera di essere donna. Questo però finisce per spaventare anche Elisabetta che teme di scoprire realmente quella sé stessa che per tanti anni ha soffocato. Deve mantenere il rispetto degli uomini che la sostengono al potere. Maria deve morire e con lei la femminilità. – Carlo Fineschi

Struttura dello spettacolo

L’idea è di rappresentare il dramma all’interno di un luogo che attraverso i personaggi, come dei fantasmi, ci trasportano nel 1587. Lo spettacolo avrà una struttura itinerante. Gli spettatori una volta entrati nel luogo, lasciano l’anno corrente per immergersi nella nuova epoca. Gli ambienti, i costumi, gli odori, il cibo che verrà mangiato e l’illuminazione fatta solo di torce ci riporterà indietro nel tempo. Inizialmente ci troviamo nella prigione di Maria, un luogo angusto e buio, fatto di sofferenza, dove i carcerieri si muovono tra il pubblico, che sta spiando la situazione, con prepotenza e spavalderia nei confronti della prigioniera.

Ci spostiamo poi nelle sale della corte, dove Elisabetta accoglie i suoi consiglieri ed amanti. Il pubblico diventa parte della corte. Il luogo è sfarzoso e ben illuminato, cibi e bevande abbondano nelle tavole e tutto è formalmente perfetto, come l’atteggiamento dei personaggi che poi invece in momenti privati li scopriamo tramare contro i loro rivali e a volte contro quelli a cui si mostrano amici.

Il percorso di Maria ci porta in luoghi sempre più stretti e piccoli, poco illuminati, fino a vedere solo lei bene in volto. Questo per dare la sensazione di viaggio verso sé stessa, che comporta grandi sofferenze, ma che porta il personaggio della Stuart a ritrovarsi prima della morte. I colori si trasformeranno dai chiari delle prime scene, a scuri nelle ultime, non per dare il senso di cupezza e lutto per la condanna, ma per esaltare il volto del personaggio e i suoi occhi, senza nessuna più importanza verso le cose esteriori, ma solo lei, la sua essenza.

Il viaggio di Elisabetta sarà totalmente opposto, schiacciata da luoghi sempre più grandi, che aumentano la sua solitudine, fino a diventare un piccolo punto, in una struttura che è diventata enorme e che ha cancellato totalmente i suoi sentimenti.


TOURNÉE



Galleria

In prova

Rassegna stampa
Intervista di Claudia Ripamonti a Carlo Fineschi per Distantimaunite.com

[…] Lei è un regista che si distingue per le opere di teatro itinerante. Cosa rappresenta per lei questa forma di teatro?

Il teatro itinerante parte addirittura dal medioevo come concezione. Pensiamo alle stazioni della Via Crucis tra le prima forme di teatro itinerante. Questa forma di teatro è quella si avvicina di più ai miei gusti e alle mie esigenze. L’esperienza immersiva è quella che io da spettatore preferisco nello spettacolo dal vivo”. […]

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Intervista di Roberta Calandra a Carlo Fineschi per ReWriters

[…] Carlo Fineschi, il suo spettacolo ci racconta di una fondamentale antitesi amore-politica, in che termini il tema viene approfondito? 
Nel testo di Schiller ho trovato da subito interessante questo confronto scontro tra la ragione politica e la passione istintiva e fisica. Un conflitto che risulta già evidente nelle due protagoniste. Un donna, la regina Elisabetta, che per poter governare ha rinunciato ad ogni emozione e l’altra, Maria Stuart, che invece vive solo di passioni e sentimenti. […]

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Intervista di Alessia Giallonardo ad Adelmo Togliani per La Gazzetta dello Spettacolo

[…] In “Maria Stuart” Adelmo Togliani interpreta Lord Leicester. Ti andrebbe di approfondire con i nostri lettori il ruolo che porterai in scena? 

Si tratta di un personaggio arrogante, di un doppiogiochista, indeciso tra Maria Stuart e la regina Elisabetta I. Un ruolo negativo ma divertente, che desta comunque simpatia, a suo modo. I costumi indossati, di certo, faranno la loro parte, insieme alla magnifica scenografia, al luogo incantevole in cui si svolgerà il tutto. Sono stato felice, in questo frangente, di poter ritrovare dei compagni di viaggio con cui avevo già avuto modo di collaborare in passato. Sembrava di esserci visti il giorno prima, ritrovandoci a parlare di come procedono le nostre vite, i nostri figli e il nostro lavoro. Siamo davvero una bella compagnia […]

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Intervista di Alessia Giallonardo a Carlo Fineschi per La Gazzetta dello Spettacolo

[…] Cosa ti spinge a scegliere determinati attori per una piece teatrale? 

La semplice conoscenza degli attori, visti in un dato ruolo, televisivamente parlando, o il semplice provinarli. Ciò che più conta, a mio avviso, è che l’attore sia adatto, fisicamente parlando, o che sia in grado di calarsi nei panni del personaggio, nella maniera più naturale possibile. In parole povere, lo spettatore non deve minimamente pensare di avere davanti, sulla scena, una persona incapace di saper portare la storia che gli è stata assegnata. Alcuni attori avevano già lavorato con me nello spettacolo, “Ad occhi chiusi”, ed erano quindi consapevoli di ciò che avrei chiesto loro di portare in scena. La concentrazione che serve, in tali casi, è ancora più alta rispetto a quella che viene richiesta solitamente. […]

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Intervista di Alessia Giallonardo ad Adelmo Togliani per LiveMedia24

[…] Parlaci del tuo personaggio, l’enigmatico e cinico, Lord Leicester..

Come dicevi, Lord Leicester è un doppiogiochista, un vero e proprio arrogante, ma sa comunque destare simpatia, a suo modo. Vive la sua indecisione tra Maria Stuart e la regina Elisabetta I, scegliendo con non poca difficoltà tra le due. Questo lavoro mi ha permesso di ritrovare dei colleghi con cui ho sempre avuto un rapporto ottimo, cordiale. Ritrovarsi ha fatto sì che potessimo riprendere il tutto come se non ci vedessimo dal giorno prima. Siamo in undici e siamo molto uniti. […]

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Ilaria Sambucci intervista Adelmo Togliani per Live Speciale News VG 21
L’intervista di Alessia Giallonardo a Chiara Ricci per La Gazzetta dello Spettacolo

[…] “Maria Stuart”, riadattato da Carlo Fineschi, ti vede tra i protagonisti, dallo scorso 29 aprile. Cosa puoi anticiparci sul tuo personaggio e quali sensazioni sono legate a questa ripresa teatrale?

Conosco benissimo la compagnia ed il regista e sono felice di poter lavorare di nuovo con tutti loro. Come vi anticipavo, per due anni non ho potuto calcare alcun palcoscenico, e questo mi è mancato. Sono entusiasta di questa ripresa tanto da non essere più nella pelle, sera dopo sera. Vivo di nuovo il pubblico, l’emozione del momento, senza stop alcuno e ne sono felicissima. Interpreto Anna Kennedy, la governante di Maria Stuart, che la accompagna dalla nascita fino alla morte. Un personaggio ricco di sfaccettature, di cui preferisco non anticiparvi molto, presente fisicamente ed emotivamente nella vita di Maria. L’amore che nutre per Maria è talmente grande che potrebbe essere paragonato all’amore di una madre per una figlia, seppure tra loro vi sia una differenza sociale. L’amore è più forte di tutto, questo è chiaro in questo loro rapporto. […]

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La recensione di Beatrice Morosi per Birdmenmagazine

[…] Il pubblico segue le maschere lungo un percorso in penombra, illuminato solo dalle candele e cadenzato da una musica tetra, che conferisce alla rappresentazione una sfumatura quasi orrorifica, tra il mistero e l’atmosfera che, nelle figure oscure che accompagnano gli spettatori  – mascherate e avvolte da un mantello nero – ricorda quella di una setta. L’esperienza che si vive è dunque multisensoriale, immersiva, enfatizzata dai costumi d’epoca indossati dagli attori e dalle attrici, oltreché dagli affreschi e dal mobilio antico che trasportano emotivamente e quasi “fisicamente” al 1587, gli ultimi giorni di Maria Stuart. […]
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L’intervista di Alberto Guarnieri a Carlo Fineschi per Il Corriere della Sera

[…] Fineschi, come definire il suo teatro in movimento dentro diversi luoghi?
«È un teatro itinerante, creato per far immergere lo spettatore nella scena, farlo non coprotagonista ma partecipe». […]

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