scritto e interpretato da Luca D’Arrigo
regia di Adriana Mangano Immagine di locandina : Paweł Czerwiński (fonte: Unsplash)
Foto e video di scena: Angie Russo


Sinossi


La Terra, giunta alla fine della Sesta Estinzione di Massa, è ormai al capolinea.
Sotto la sua superficie, N., l’ultimo essere umano rimasto sul pianeta, ha costruito un luogo termicamente isolato, all’interno del quale ha trasportato come un novello Noè, per ciascuna specie di insetti esistente in passato, una coppia di uova. Queste verranno preservate sotto criogenesi fino a quando la temperatura esterna tornerà a un livello tale da consentire nuovamente la rinascita della vita sulla Terra.
Una missione cui N. ha dato il nome – lasciandosi influenzare dal pensiero nietzschiano – di Eterno Ritorno.
Così egli, di fronte a questa (forse reale, forse immaginaria) platea di migliaia e migliaia di uova, per ingannare l’attesa del momento in cui tutto ricomincerà, si lascia andare alle parole come un fiume in piena, raccontando di come la Terra sia arrivata alla catastrofe ambientale, e di come all’interno di questa, un ruolo centrale abbia giocato proprio l’estinzione quantitativa e funzionale di quegli insetti che, gran parte dell’umanità, ha sempre ciecamente schifato.
L’attesa si interrompe brutalmente nel momento in cui N. realizza di stare parlando in realtà a una platea di morti. Controllando le uova, queste risultano fredde, spente, grigie. Qualcosa non ha funzionato.
Quand’ecco che, piovuto come dal cielo, un uovo di formica che forse si è salvato. N. elabora allora un nuovo progetto per la salvezza del pianeta: fare sì che Eterno Ritorno (questo il nome che dà all’embrione) riduca la massa del suo uovo fino alla dimensione di un “quanto”, ovvero la quantità elementare più piccola e indivisibile dell’universo. Questa operazione avrebbe quale risultato la formazione un buco nero, cui seguirebbe la nascita di un buco bianco che a sua volta darebbe origine un nuovo Big Bang. Da questo poi, la creazione di un nuovo universo in cui, forse, la vita avrebbe modo di rinascere su un futuro pianeta Terra.
La missione e le parole di N. risultano essere assieme un atto di accusa e una dichiarazione d’amore per quegli insetti senza i quali non ci può essere vita.

Presentazione del progetto

Questo progetto nasce dalla stesura e messa in scena di un atto unico dal titolo omonimo a quello attuale, vincitore della sezione teatro del concorso “L’essenziale è invisibile agli occhi”, debuttato sul palcoscenico del TACT Festival 2020, sotto la produzione della compagnia Nutrimenti Terrestri, per la regia di Simone Corso. Il tema del concorso era il rapporto tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, motivo per il quale il focus dell’atto unico trattava proprio questa tematica, approfondendone i risvolti tanto scientifici quanto filosofici.
Dopo il debutto del lavoro, ci si è resi conto di come quel breve atto unico di venti minuti potesse costituire terreno fertile per la stesura di un testo più esteso nel quale si andasse a parlare della catastrofe ambientale attualmente in atto nel nostro pianeta, della Sesta Estinzione di Massa e, all’interno di questa, della progressiva diminuzione del numero degli insetti sulla Terra.
Per la nuova regia di Adriana Mangano, dopo un necessario lavoro di studio e ricerca – nel quale una delle fonti principali è rappresentata dall’articolo tratto dal New York Times di Brook Jarvis Un mondo senza insetti, pubblicato dal numero 1289 della rivista Internazionale – si è quindi proceduto alla stesura del testo, che si struttura come un flusso di coscienza nel quale N. si rivolge nella prima parte all’uditorio delle migliaia di uova di insetti da lui raccolte e, nella seconda, ad un possibile uovo di formica scampato all’ulteriore catastrofe.
Destinatari reali o immaginari? La risposta sta tutta al lettore/spettatore dell’opera.
La narrazione è costruita infatti, in maniera tale che, lungo la scia del fiume di parole del protagonista, ci si possa sempre domandare se egli stia parlando a degli insetti, a sé stesso, o ancora, al pubblico effettivamente presente in sala.
Questa ambiguità del destinatario è voluta sin dal principio, con l’obiettivo di poter aprire il più possibile le potenzialità dell’opera stessa.
Per le stesse ragioni, anche il discorso di N. assume di volta in volta forme e “format” differenti, passando dal teatro di narrazione a una prosa monologante “classica”, dallo stream of consciousness bernhardiano al teatro di narrazione, dalla dissertazione scientifica da conferenziere (vedi certi spettacoli di Frédéric Ferrer) alla slam poetry tipica delle opere di Kay Tempest.
Colonna portante di questo progetto è l’urgenza civile e morale di dare voce, attraverso il mezzo teatrale, al tema sempre più improrogabile della catastrofe ambientale-climatica nella quale siamo già immersi e nella quale gioca un ruolo fondamentale proprio la presenza di quegli Insetti così spesso superficialmente disprezzati dal genere umano; un’Apocalisse climatica contro la quale, senza una tempestiva e drastica inversione di rotta, andrà a scontarsi la vita intera del nostro pianeta.
In definitiva, Eterno Ritorno costituisce un tentativo di dare una necessaria voce alla catastrofe, nella convinzione che il teatro possa riuscire a essere lo specchio-pungolo di una comunità chiamata a guardare occhi negli occhi la propria realtà, e ad agire per la salvezza comune.

Un flusso di parole rivolto a un uovo quasi invisibile, un viaggio tra quanti, protoni, googolplex, galassie, buchi neri, un pellegrinaggio tra il micro e macro nel quale gli elementi dell’universo – troppo grandi o troppo piccoli – sempre e comunque sfuggono alla vista, e possono essere conosciuti solo squarciando quel velo di Maya che altro non è che l’indagine scientifico-filosofica dell’essere umano.


Tournée


10 GIUGNO 2021 | MODENA | TEATRO TEMPIO
18 AGOSTO 2021 | MESSINA | PROMONTORIO OVEST, CANTINE GIOSTRA REITANO 27-30 OTTOBRE 2022 | CATANIA | CATANIA FRINGE FESTIVAL

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