Scritto da Salvatore Rizzo
Diretto e interpretato da Filippo Luna
(Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2010)


Note

Una storia d’amore omosessuale, clandestina, nata nella Palermo degli anni Sessanta che va avanti, parallela ad una vita cosiddetta “normale”, per trent’anni: è il tema de “Le mille bolle blu”, monologo scritto dal giornalista Salvatore Rizzo, interpretato e diretto da Filippo Luna. “Le mille bolle blu”, ha debuttato al Nuovo Montevergini del capoluogo siciliano e, dopo una serie di fortunate repliche, è stato ospitato da diversi teatri pubblici e privati in varie regioni italiane (dalla Lombardia al Veneto, all’Umbria) e in diversi festival (dalle Orestiadi di Gibellina a Taormina Arte). Per l’interpretazione di questo monologo, il protagonista, Filippo Luna, ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2010 per aver realizzato “una perfetta sintesi scenico- attorale di emozione e disincanto”.
“Le mille bolle blu” racconta la storia di Nardino e Manuele, barbiere di borgata il primo, avvocato il secondo: si conoscono, giovanissimi, nel salone da barba dove Nardino fa l’apprendista sotto lo sguardo del padre e Manuele è figlio di un cliente facoltoso. E’ l’inizio degli anni Sessanta, quello, per l’appunto, in cui Mina impazza con “Le mille bolle blu”. Destinati a ruoli sociali e familiari prestabiliti (quelli di mariti irreprensibili e di padri premurosi) i due portano avanti per trent’anni una storia di sentimento e passione che si nutre anche della clandestinità in cui viene vissuta, che ne è linfa e tormento al tempo stesso. La morte di Manuele, per malattia, diventa il pretesto perché Nardino, nell’impossibilità di piangere apertamente l’uomo che ha amato e di gridare a tutti il proprio dolore, ripercorra alcune tappe di quei trent’anni, tra nostalgia e amarezza, rabbia e dolcezza. Un altare di ricordi che sancisce l’universalità di quel sentimento al di là di ogni barriera e di ogni preconcetto.
“Le mille bolle blu” è tratto dall’omonimo racconto dello stesso Salvatore Rizzo per il volume “Muore lentamente chi evita una passione – Diverse storie diverse” (Pietro Vittorietti Editore) che raccoglie dieci storie di omosessualità maschile, tutte tratte dalla vita reale, ambientate in Sicilia dagli anni Venti del secolo scorso ai nostri giorni.


Tournée

22/23/24 FEBBRAIO 2019 | MILANO | TEATRO LIBERO, RASSEGNA PALC’OFF
26/27 OTTOBRE 2019 | MESSINA | CLAN OFF STAGIONE 2019/20
19 AGOSTO 2020 | MESSINA | MUME20 OFF MUSEO REGIONALE 5 AGOSTO 2021 | SAN CATALDO (CN) | GIARDINO DEL NESPOLO                                                                                 9 AGOSTO 2021 | PATTI, MESSINA | LIBERO TEATRO FESTIVAL | CHIOSTRO SAN FRANCESCO        27 MAGGIO 2021 | OSTIA, ROMA | TEATRO DEL LIDO DI OSTIA 28 MAGGIO 2021 | FRASCATI, ROMA | SPAZIO TEATRO FABER 5 AGOSTO 2021 | SAN CATALDO (CL)  | GIARDINO DEL NESPOLO                                                                                  9 AGOSTO 2021 | PATTI (ME) | LIBERO TEATRO FESTIVAL | CHIOSTRO SAN FRANCESCO      25 MAGGIO 2022 | GENOVA | LA CLAQUE, TEATRO DELLA TOSSE 27 MAGGIO 2021 | OSTIA ROMA | TEATRO DEL LIDO DI OSTIA 28 MAGGIO 2021 | FRASCATI, ROMA  | SPAZIO TEATRO FABER


Trailer

Galleria

Rassegna Stampa

Carmelita Celi, La Sicilia

“Strepitoso, inchiodante, lancinante atto unico, cinquanta sfrenati, misuratissimi minuti in cui si consuma il racconto epico dell’omosessualità”


Guido Valdini, la Repubblica Palermo

[…] Spettacolo di realismo evocativo ed emozionale, diretto con cura e sensibilità dallo stesso protagonista, in scena solo una vecchia poltrona da barbiere, forbici e pettine, una gigantografia dei due reali (immaginiamo) protagonisti, Filippo Luna ci regala un’eccellente prova d’attore, evitando tutti i rischi di un facile coinvolgimento esteriore, facendoci partecipi, con la misura dell’attore di razza, della sua trascorsa felicità e delle sua tristezza senza fine. Passione, rabbia sarcasmo, dolcezza sono attraversati dalla nostalgia delle canzoni anni ’60 per uno struggente omaggio ad un amore che non si arrende alla morte. […]


Simonetta Trovato, Giornale di Sicilia

[…] Un testo gonfio, veloce, sincero, spesso molto forte, che non le manda a dire e marcia spedito su due piani di linguaggio, io e gli altri. Anzi noi, Nardino e Manuele, e gli altri, i parenti, le mogli, i padri, insomma la vita quotidiana, le regole, i bisogni. Filippo Luna ha aggiunto il resto: e trasformato un racconto bello in un monologo splendido. […]


Gianfranco Capitta, Il Manifesto

[…] Arriva come un pugno uno spettacolo piccolo e privato, ma che pure urla di problemi brucianti e coinvolgenti, con l’intensità di un attore solo, Filippo Luna, che attorno a una sedia da barbiere scopre squarci inusitati sulla società siciliana e sul «privato» maschile. […] Al suo racconto si ride oltre che emozionarsi, e lo fa anche il pubblico […]


Antonio Giordano, La Sicilia

[…] Il testo è scritto in modo esemplare, denso di poesia, di una teatralità forse difficile da rendere e per la quale occorreva un attore che si calasse in “full immersion” nel ruolo. Filippo Luna è stato uno splendido Nardo, intenso, suggestivo, infaticabile. Se ne esce commossi e scossi. […]


Giancarlo Mirone, Ansa

[…] Monologo su una abrasiva eppure dolce passione omosessuale, scritto dal giornalista Salvatore Rizzo, interpretato e diretto da Filippo Luna. […] La sceneggiatura di Rizzo si è rivelata agile e persuasiva, riuscendo ad amalgamare furori e soavità, ridisegnando credibilmente i sussulti di un paradiso infernale. Luna, che si è mosso in una scenografia essenziale ritmata da nostalgie musicali consone, ha dato corpo e voce al personaggio con talentuosa energia, danzando con duttilità su quel piano inclinato dove il rischio di slittare e finire fuori strada è sempre incombente […]


Giuseppe Condorelli, Articolo 21

[…] Tra sfumature, lozioni e gli stralci di una vita vissuta visceralmente l’uno all’ombra dell’altro, Filippo Luna – una interpretazione letteralmente magistrale, e per tutti gli undici anni di repliche – esplora con inesausta energia gli abissi dell’amore, tutte le sfumature della disperazione, delle insicurezze, della passione e del desiderio. E i suoi movimenti sulla scena, costituiscono il sonoro gestuale di una scrittura calda e corposa, violenta e sincera, insieme allo strazio terribile di un’assenza della quale resta, accanto alla traccia di un profumo e di un mazzo di fiori, solo il tanfo terribile della morte e di una solitudine irreparabile.

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Carteggi Letterari

[…] Siamo davanti ad uno spettacolo che, nella straordinaria interpretazione di Filippo Luna, calca le scene da undici anni e che mantiene un suo pubblico. Tra i bisbigli prima della recita, non meravigliano le voci di spettatori alla seconda, alla terza visione in undici anni. Un successo acclarato che ha messo le sue radici nel panorama drammaturgico italiano grazie ad un testo che disegna fragilità e rabbia con fierezza di sentimento ed in maniera discreta. Quella di Salvatore Rizzo è una scrittura che può dirsi polifonica. Molte voci in una sola per muovere tutte le possibili corde e risvegliare, ricostruire l’essenza-presenza di Emanuele. Nel dire e nell’agire di Filippo Luna brilla il sentimento per l’amore di tutta una vita con una carica emotiva potente, che stravolge. La sua interpretazione è lirica, carica del lirismo di un’opera intera. Nardino innamorato, insicuro, carnale, disperato, ingenuo, geloso, affranto. […]

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Andrea Simone, Teatro.Online | intervista a Filippo Luna

[…] “Questo spettacolo vuole essere un inno al fatto che l’amore vince sempre su tutto?”

“Potrebbe anche essere, ma di fatto siamo tutti adulti e sappiamo che l’amore non sempre vince su tutto, perché spesso non basta. Di sicuro vuole portare l’attenzione sulla grande importanza che deve avere il rispetto della diversità, di qualsiasi natura essa sia: è incidentale che nello spettacolo si parli di omosessualità. Si potrebbe anche parlare di colore diverso della pelle. E’ sicuramente importante che la propria identità, i propri diritti, il proprio modo di essere siano accettati dagli altri e tutelati.”
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Claudio Elli, PuntoeLinea Magazine

[…] Uno straordinario Filippo Luna interpreta il personaggio di Nardo in questo racconto scritto da Salvatore Rizzo, tratto da una vicenda reale pubblicata in un libro dello stesso autore, che narra una storia d’amore omosessuale per ogni decennio del secolo scorso. […] Una luce caravaggesca segna il confine tra i due elementi cronotopi, configurando il punto di collisione tra la finzione pubblica e l’autenticità di un’intima esistenza. Quella fra Nardo ed Manuele non è più semplicemente la cronaca di un amore “diverso”, ma la sublimazione di una controversa realtà che, attraverso il teatro, porta a celebrare l’amore nella sua essenza, al di là di ogni contrasto, nella sua purezza, laddove il sogno è concreto e diviene la palpabile visione di un mito.

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Giusi Arimatea, Infomessina | Le conseguenze del Teatro

[…] Occorre dunque comprendere quali siano le ragioni di un successo che ha posto in perfetto equilibrio pregi artistici della messinscena e opportunità comunicative tra teatro e spettatore.
Sarebbe bastata la potenza della scrittura che prelude all’intera operazione? Non credo. Come non credo sarebbe bastata la dimensione estetica, quantunque inappuntabile, creata a livello registico per corroborare la forza intrinseca della drammaturgia di Salvatore Rizzo. Sarebbe bastato il talento di uno straordinario Filippo Luna che diventa spiritualmente e carnalmente personaggio? Forse no, non sarebbe bastata neppure la grande prova attoriale di Luna a decretare e perpetuare il meritato successo dello spettacolo “Le mille bolle blu”, al quale le citate condizioni piuttosto concorrono, creando un insieme incontestabilmente perfetto, ma che vive, nutre e si nutre di un requisito fondamentale: l’attitudine a trasformare la realtà in rappresentazione, senza anestetizzare, piuttosto alimentando la partecipazione sensibile dell’individuo cui i modelli dominanti impongono confortevole indifferenza. […]

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