di Claudio Fava

con David Coco

regia di Claudio Fava

disegno luci Antonino Caci assistente alla regia Massimo Blandini
scene e costumi Lydia Giordano e Iolanda Mariella
foto di scena Giuseppe Contarini
grafica Angie Russo – foto locandina Salvo Giuffrida
ufficio stampa Marta Cutugno
prodotto da Maurizio Puglisi
per Nutrimenti Terrestri

Note

La “grande menzogna” è il furto di verità che il paese ha subito sulla morte di Paolo Borsellino, ridotta ormai a un garbuglio di menzogne, finti testimoni, amnesie, sorrisi furbi, processi viziati, infiniti silenzi e sfacciate, sfacciatissime menzogne. Il testo non porta in scena la narrazione minuziosa del depistaggio, perché non vuole essere un’operazione di teatro pedagogico della memoria: è anzitutto un’invettiva. E protagonista ne è lui, Borsellino: raccontato non più – come cento volte si è fatto – nell’agonia e nella morte, ma nella condizione risolta di chi non c’è più. E vuol riepilogare le cose accadute, con il divertito distacco di chi è ormai oltre e altrove. Un Borsellino picaresco, sfrontato, rabbioso, lucido, imprevedibile, mai mesto. La sua invettiva non ha come obiettivo mafie e manovali mafiosi, bensì noi. Il buon pubblico dei vivi, dei giusti, degli addolorati, dei falsi penitenti, degli irrimediabili distratti. Alla banalità del male, la voce del giudice sostituisce la banalità del bene, la sua ovvietà, il comodo rifugio di chi inventa eroi ed eroismi per non accorgersi che della veritàviene fatto scialo sotto i suoi occhi. “In questo paese fa comodo a tutti pensare che dietro la mafia ci sia solo mafia. Che le ombre sono solo macchie di luce. Che dopo ogni notte ritorna il giorno, e si porta via i pensieri storti, i sospetti, i silenzi…” dirà Borsellino, tra le ultime battute, in un dialogo immaginario con noi e con sua figlia Fiammetta. Finale aperto, restituito allo spettatore: “E voi che dite? Ce le facciamo bastare queste cose? Io sono morto, ma voi no. Tocca a voi decidere. Allora, che facciamo, ce la mettiamo una pietra sopra?”

Tournée

PATTI, Tindari Festival 16 LUGLIO 2023 prima assoluta nazionale | TEATRO DI PAGLIA, TENUTA GIOVENCO

MESSINA, Cortile Teatro Festival 7 – 8 AGOSTO 2023 | CORTILE CALAPAJ D’ALCONTRES

CALTANISSETTA 11 SETTEMBRE 2023 | PARCO ARCHEOLOGICO “PALMINTELLI”

MESSINA, Rassegna Nutrimenti Terrestri 29 OTTOBRE 2023 | TEATRO ANNIBALE MARIA DI FRANCIA

CAMPOBELLO DI MAZARA, Trapani 24 NOVEMBRE 2023 | CINE TEATRO OLIMPIA

PALAZZOLO ACREIDE, Siracusa 2 DICEMBRE 2023 | AUDITORIUM COMUNALE

RAGUSA IBLA 17-18 FEBBRAIO 2024 | TEATRO DONNAFUGATA

CATANIA 1-2 MARZO 2024 | PICCOLO TEATRO DELLA CITTÀ

ROMA 15 MARZO 2024 | SPAZIO MERULANA

BORGIA, Catanzaro 21 MARZO 2024 | PALAZZO MAZZA


Trailer
La grande menzogna – il trailer

Video

Galleria

foto Salvo Giuffrida


foto Paolo Barone – Tindari Festival, prima nazionale


foto Rino Labate – Cortile Teatro Festival


Foto di scena Giuseppe Contarini


Foto Dino Stornello


Rassegna Stampa
su La Repubblica Palermo di venerdì 14 luglio 2023

Su La Repubblica Palermo del 16 luglio 2023

L’intervista di Eleonora Lombardo a Claudio Fava per Repubblica Palermo

«Cinema, teatro e televisione hanno raccontato solitudine, passione e morte di Paolo Borsellino, un racconto importante che ha restituito quei 54 giorni intercorsi tra Capaci e via D’Amelio, la vicenda umana e professionale di Borsellino e Falcone e uno spaccato anche della società italiana — dice Fava — Ma è mancata una riflessione su cosa sia accaduto dopo. E questo dopo è il più clamoroso depistaggio che abbia conosciuto la storia della Repubblica Italiana, tuttora impunito. Il processo, con tre imputati minori, pur riconoscendo che il depistaggio ci fu, si è concluso con una prescrizione. Altri protagonisti di quella vicenda sono morti. Resta un vuoto di verità, non solo giudiziaria, ma storica sulle ragioni per cui per 17 anni quel processo fu falsato attraverso l’invenzione di un finto pentito e gli interessi che attraverso quel depistaggio dovevano essere protetti».

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La recensione di Tosi Siragusa per Tempostretto

[…] Fa subito ingresso in scena l’eccelso Coco… Fava, già parlamentare, giornalista, drammaturgo di valore e scrittore firma la sua prima regia teatrale con eccelsi risultati: la materia gli è assolutamente congeniale poiché, come è noto, ha vissuto sulla propria pelle, quale figlio del grande Giuseppe, i sotterfugi e le manovre che possono avvelenare un’indagine, impedendo o rendendo onerosissimo che si arrivi a soluzione. […]

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La recensione di Rino Nania per Il Sud 24

[…] Qui, però, vacilla la verità dignitosa e si afferma il depistaggio, si da far concludere allo sceneggiato Borsellino, rivolgendosi alle inutili e vuote celebrazioni, anelando al «La verità… dedicatemi la verità» Qui sta tutto il significato, forte ed autentico, dell’opera meritoria di Claudio Fava, interpretata in una brillante prova dell’»one man show», David Coco: ovverosia di fronte ai colletti bianchi dalle anime nere bisogna combattere così, assimilando e tramandando, anche teatralmente, la consapevolezza per quanti ancora intendano imbracciare le armi della verità e dell’intelligenza contro tute le mafie. […]

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La recensione di Elisabetta Reale per Gazzetta del Sud 10/08/23

La recensione di Palmira Mancuso per MessinaOra

[…] “Il Paolo Borsellino che ci parla con le parole di un ispiratissimo Claudio Fava, che nella scrittura cinematografica e teatrale da il meglio di se, ci sta giudicando, ci mostra tutta la nostra incapacità di andare oltre quello che ci fanno sapere, fino ad accontentarci di una storia preconfezionata e rivenduta con qualche lacrima ogni 19 luglio da quel lontano 1992. Questo monologo, perfetto anche nella struttura, nei tempi, in ogni singola battuta, è stata una prova d’attore largamente superata per David Coco, che fin dal suo ingresso in scena, con quella cura meticolosa dei particolari, dei gesti, ci ha restituito un gigante come Borsellino in maniera credibile. Abbiamo ritrovato la sua amara ironia, quella sicilianità che è la lente con cui interpretare i fatti: tutti, anche quelli scomodi. E questo è un testo scomodo: uno spettacolo necessario in tempi in cui al teatro si trova quella verità che nella realtà è mascherata.” […]

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La recensione di Gigi Giacobbe per Sipario.it

[…] “Lavoro superbo, di stampo socio-politico, prodotto eroicamente dai Nutrimenti Terrestri di Maurizio Puglisi, con l’accoppiata vincente Coco-Fava, ricco di parole pesanti come macigni e che dovrebbe essere rappresentato in tutte le scuole d’Italia, certamente in ogni Teatro, per fare conoscere le menzogne che ci hanno propinato in tutti questi anni sul rapporto Stato-Mafia, pilotato bellamente da oscuri personaggi di cui vorremmo conoscere i loro nomi.”

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La recensione di Giusi Arimatea per Infomessina.it

[…] “La scrittura dell’ex presidente della Commissione antimafia in Sicilia è audace e risente della consapevole e plausibile severità di giudizio che sta alla base di tutta l’operazione. Ciononostante, tra il sarcasmo e l’indignazione, l’autore non perde di vista per un solo istante l’armonia, l’equilibrio di cui è intrisa una drammaturgia che sceglie pur sempre di affondare le mani nel fango. […] David Coco interpreta Borsellino con grande mestiere e altrettanta generosità. Si colloca sulla linea esatta di demarcazione tra grammatica e autenticità. Sa vivere appieno le emozioni del personaggio, fiancheggiando il realismo della messa in scena, pur sempre misurato vista la scelta del drammaturgo di affidare direttamente al giudice il ruolo del narratore, e sa mantenere all’occorrenza il tono didascalico e freddo di chi mira alla presa di posizione dello spettatore.” […]

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La recensione di Corrado Speziale per Scomunicando

[…] David Coco, con un monologo straordinario, ha appassionato il pubblico interpretando magnificamente il ruolo del magistrato ucciso, che svela, riflette, denuncia e ammonisce, raccontando di sé e della sua vicenda, secondo la ricostruzione dei fatti rappresentata efficacemente da Claudio Fava. […] Sul palco, David Coco è straordinario. Tra recita e introspezione, con una presenza scenica e un’interpretazione da gigante del palcoscenico, perfetta per tempi, dizione e contestualizzazione, l’attore non impersona soltanto Borsellino, ma un pensiero collettivo che risveglia la memoria di tanti. […]

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La recensione di Tonino Cafeo per Stampa Libera

[…] Protagonista del lavoro, David Coco, (già interprete di Ninni Cassarà nella miniserie tv Giovanni Falcone- l’uomo che sfidò Cosa Nostra e di Bernardo Provenzano nel film L’ultimo dei Corleonesi) nei panni di Paolo Borsellino.Un Borsellino che la morte ha sciolto dagli obblighi e dai doveri civili della funzione di magistrato e che può finalmente riflettere lucidamente non solo e non tanto sui suoi ultimi istanti ma soprattutto su quello che è accaduto subito dopo. […]

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David Coco ospite di Michele Cucuzza a Buongiorno Sicilia su Antenna Sicilia

La recensione di Maurizio Sesto Giordano per Cronaca Oggi Quotidiano

[…] “profondo e convincente David Coco che, sigaretta in mano, sguardo fiero, tra luci e ombre, veste i panni del giudice Paolo Borsellino, dialogando con il pubblico, con tutti noi e dando voce non alla solita storia della ricostruzione della morte del magistrato ma bensì – con un intenso monologo drammatizzato – ad un’invettiva” […] Un testo impreziosito dalla grande prova d’attore dall’applauditissimo David Coco e che rifiuta l’operazione di teatro pedagogico della memoria, imboccando invece la strada dell’invettiva non contro mafie e manovali mafiosi, ma bensì contro il pubblico dei vivi, dei giusti, degli addolorati, dei falsi penitenti, degli immancabili distratti. […] Spettacolo che fa riflettere sulle grandi menzogne che ci hanno propinato in tutti questi anni sul rapporto Stato-Mafia, grazie al testo scomodo e necessario ed alla regia asciutta di Claudio Fava ed all’interpretazione rigorosa, sentita, di David Coco con le sue parole che pesano e che segnano le coscienze di tutti noi”

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L’intervista di Elisa Cutuli a Claudio Fava per Italia che Cambia

«È un testo costruito su ciò che non è stato detto dopo la sua morte, le menzogne, i finti testimoni, le amnesie, i processi viziati. Paolo Borsellino non parla di mafia, non ce l’ha con Riina, punta il dito contro gli onesti, i pigri, i giusti, gli addolorati, i distratti, i falsi penitenti. Verso tutti coloro che si lasciano scivolare addosso verità e menzogne evitando di farsi domande e articolare dubbi. È più semplice piangere il morto una volta l’anno, come quando portiamo il santo patrono in processione con cori celebrativi e di buone intenzioni. Una sorta di mitologia pagana come è pagano il dolore manifestato durante le commemorazioni dei morti di mafia», sottolinea Fava.[…]

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La recensione di Elisabetta Maria Teresa Santonocito su unictmagazine.it

[…] Magistralmente interpretato da David Coco (che lo ricorda anche per un’incredibile somiglianza fisica), Borsellino adesso si ritrova, dopo la morte, in una sorta di limbo, in un “aldiquà” dove non trova ancora riposo a causa dei tanti, troppi, conti in sospeso.Il racconto scenico (dell’autore e regista Claudio Fava) prende avvio dal 19 luglio 1992, dall’esplosione della Fiat 126 che ridusse in brandelli il suo corpo e quello di altri quattro uomini e una donna della scorta, recuperati da un uomo giunto con un secchiello; poi d’un tratto s’arresta: «Bisogna cambiare storia – si dice –, il pubblico è ben informato al riguardo. Cosa raccontare allora?» […]

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