di Simone Corso
regia Simone Corso e Adriana Mangano
con Antonio Alveario, Simone Corso e Adriana Mangano
costumi Cinzia Preitano
foto di scena Giuseppe Contarini
produzione Nutrimenti Terrestri


Note

Una ragazza nuda si aggira sotto la neve che cade fitta per le strade di un piccolo paese montano. Non ha niente con sé, se non un sacchetto pieno di pietre, 82 pietre.
Il maresciallo Fugazzotto e il brigadiere Sciacca proveranno a capire di chi si tratti e cosa l’ha portata ad Altarupe quella sera: la giovane non proferisce parola e non interagisce in nessun modo con la realtà che le si muove intorno come se fosse sospesa, in attesa di qualcosa o qualcuno. Ogni comunicazione è interrotta dalla burrasca di neve, la più forte di sempre, e in questo Cocito terrestre i dubbi e i demoni che stavano assopiti nei cuori dei due protagonisti trovano corpo. La presenza muta e nuda della ragazza porrà Sciacca e Fugazzotto di fronte a qualcosa di insondabile, un mistero che dialoga coi quesiti irrisolti che albergano nell’antro più oscuro della loro anima.
Quel corpo nudo, vulnerabile, il suo apparire nelle loro placide vite (e in quelle di tutti noi) funge da detonatore per spogliarci del vestito che portiamo addosso e cucirne uno nuovo, diverso per forma e forse più scomodo, ma che ci ripari dal gelo che soffia dall’interno del nostro cuore.
In quest’epoca in cui l’immagine entra nel lessico della comunicazione umana l’apparire di qualcosa o qualcuno che non fa parte di un determinato canone di comprensibilità viene evidenziato e corretto come una parola scritta male dentro un testo. Come esseri umani tendiamo sempre a categorizzare la realtà che ci circonda per farla rientrare nell’ordine delle cose per come le abbiamo sempre intese, tenendo così sopite le nostre paure, ma questo pone degli ovvi limiti alla conoscenza del mondo, appiattisce le differenze e spesso, ci fa accettare l’orrore come qualcosa di necessario o sideralmente lontano dalle nostre vite. Così l’immagine di un attentato o di un omicidio vista e rivista attraverso lo schermo dei devices che portiamo in tasca resta, in qualche misura, ingabbiata dentro quei 5 pollici e non ci ferisce più, non intacca la nostra coscienza perché è qualcosa che crediamo di star comprendendo.
82 pietre prova a tirar fuori da quella gabbia di significati usa e getta uno specchio dentro cui guardare e imparare a riconoscere il nostro volto nei tratti di qualcun altro che prima, semplicemente, pensavamo non fossimo.
Simone Corso


Tournée

20 GIUGNO 2019 | ASCOLI PICENO | FESTIVAL TEATRI DEL SACRO VI EDIZIONE | TEATRO VENTIDIO BASSO
16/17 NOVEMBRE 2019 | MESSINA | CLAN OFF | STAGIONE 2019/20
15 DICEMBRE 2019 | CATANIA | SPAZIO ZŌ | STAGIONE 2019/20


Trailer

Galleria

Rassegna Stampa

Giusi Arimatea, Infomessina

[…] L’ultimo avamposto della legalità è il gelido comando dei carabinieri di Altarupe, ove a smorzare la tensione e il gelo concorre un Antonio Alveario perfettamente a proprio agio tanto nei panni del maresciallo vorace che strappa risate alla platea quanto in quelli della bestia famelica su cui cala il religioso silenzio del disgusto. Il suo volto non è mai rilassato. Il candore del sottoposto picchia sin dalle prime battute con la nerezza di un individuo del quale né il dialetto, né quella che si direbbe simpatia possono compiere il miracolo di occultare per sempre la vera natura.
La regia di Corso e Mangano è misurata. Mira essenzialmente a fermare il tempo, per accogliere le parole e i silenzi atti a ridefinire i contorni di quel che appare e non è mai.[…]

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Tosi Siragusa, Tempostretto

Francesco Sciacca, Armando Fugazzotto e la “ragazza senza nome” sono i personaggi della intensa piece in scena al messinese Clan Off per la rassegna della stagione in corso,”Riflessioni”. Una sala gremita ha accolto con condivisibile entusiasmo questa produzione di Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri,con connotazione altamente formativa e di innegabile valore etico-sociale . Una scrittura limpida, quella del giovane Simone Corso, oramai una realtà artistica di spessore in ambito teatrale, di poliedrica espressione, ma anche versatile interprete e valente regista, unitamente alla brava Adriana Mangano. […]

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Corrado Speziale, Scomunicando

[…] 82 Pietre” per abbattere i pregiudizi e accendere gli animi e la sensibilità sulla condizione umana del nostro tempo. Un fragore forte dall’effetto dirompente, che paradossalmente ha per protagonisti il silenzio di una donna e la semplicità di una storia scritta e recitata con cura che ha prodotto applausi ed emozioni. Parole d’ordine: dignità e verità, in antitesi alle omologazioni e ai pregiudizi, con notevoli spunti di riflessione. “Riflessioni”, appunto, è la sezione in cui lo spettacolo è stato inserito nella stagione del teatro Clan Off, dov’è andato in scena con successo con tre recite in quest’ultimo week end. […]

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Maurizio Sesto Giordano, Dramma.it

[…] Convincenti i tre protagonisti in scena: Adriana Mangano nel ruolo della misteriosa e silenziosa ragazza, Simone Corso nei panni del curioso e sensibile brigadiere Sciacca, mentre Antonio Alveario, alternando anche qualche battuta in dialetto, disegna ottimamente il personaggio del maresciallo Fugazzotto, graduato alle prese con i suoi doveri, l’esperienza ed i pregiudizi che regnano in un piccolo paese di montagna.
Con l’essenziale e asciutta regia di Simone Corso e Adriana Mangano, che consente di scrutare, di immaginare, le tante verità nascoste dal silenzio della ragazza, ma anche dai due carabinieri e dal mondo che li circonda, la pièce “82 pietre”, è intensa e cruda per la sua storia silenziosa e penetrante. Una storia che apre tanti scenari ed induce ad riflettere sul tipo di società che abbiamo costruito e ad interrogarsi sul fatto che l’essere umano ha urgente bisogno di abbattere omologazioni, tecnologia sfrenata, social e pregiudizi e di  ritrovare rispetto e dignità.

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Maurizio Sesto Giordano, Cronaca Oggi Quotidiano

[…] L’intensa e misteriosa pièce, che ha vinto, ricordiamo, lo scorso giugno la 6^ edizione de “I Teatri del Sacro” ad Ascoli Piceno, è nella sua semplicità d’impostazione e nella sua breve durata (circa 50′) autentico esempio di teatro di impegno civile. Con l’accurata e misurata regia di Simone Corso e Adriana Mangano, la pièce prende spunto da un fatto realmente accaduto. […]

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Gigi Giacobbe, Sipario

[…] Sulla scena minimale di Mariella Bellantone (un piccolo scrittoio in primo piano con annessa lampada, sedia e bandiera tricolore e sul fondo l’idea d’una stanza con tavolo e due sedie) raffigurante la stazione di comando dei carabinieri di un’immaginaria Altarupe, uno dei comuni più alti della Sicilia da dove si scorge l’Etna nei giorni di bel tempo, giunge nottetempo con un freddo che taglia le ossa per l’abbondante nevicata, una ragazza nuda (la stessa Mangano) con un sacchetto in mano pieno di 82 pietre e il brigadiere Sciacca (lo stesso Corso) che poi le catalogherà per colore forma e dimensioni. La ragazza non parla, non profferirà verbo per tutto lo spettacolo che fugge via in lampo di 50 minuti. […]

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